p. – l’avverbio “altresì”, il quale riveste la funzione di evidenziare, anche a livello sintattico, l’autonomia tra le due tipologie di sequestro preventivo; tale da legittimare un diverso apparato giustificativo, cui ancorare il relativo provvedimento sotto il profilo delle esigenze cautelari.
Come noto, infatti, il suddetto istituto, originariamente coincidente con la sola fattispecie contemplata dall’art. 240 c.p., si estende ormai fino a ricomprendere ipotesi nelle quali la relazione tra il reato e la res appare sempre più evanescente.
Il sequestro perde efficacia se non sono osservati i termini sopra indicati ovvero se il giudice non emette l’ordinanza di convalida entro dieci giorni dalla ricezione della richiesta [3].
Talvolta può accadere che l'intervento del giudice venga sollecitato ancor prima che si sia conclusa la fase delle indagini preliminari; ciò si verifica quando in sede di indagini preliminari il pubblico ministero rifiuti un sequestro richiesto dall'interessato vale a dire del danneggiato, della persona offesa o della persona indagata.
Sequestro penale: la sussistenza del reato presupposto di riciclaggio e autoriciclaggio deve essere supportata da elementi concreti
La procedura di applicazione del sequestro preventivo ai beni dell’imputato o dell’indagato inizia con la richiesta fatta dal pubblico ministero al giudice competente (il giudice del dibattimento penale se il processo è già iniziato, altrimenti il Gip, se il procedimento penale pende nella fase delle indagini preliminari) che, se determine di accogliere l’istanza, dispone il sequestro con decreto motivato.
su richiesta della parte civile: "se vi è fondata ragione di ritenere che manchino o si disperdano le garanzie delle obbligazioni civili derivanti dal reato" il sequestro ha ad oggetto "i beni dell'imputato o del responsabile civile".
Se, tuttavia, vi è pericolo che tali cose, tracce e luoghi siano alterate, essi compiono gli accertamenti e i rilievi sullo stato dei luoghi e delle cose se il pubblico avvocato penale ministero non può intervenire tempestivamente o non ha ancora assunto la direzione delle indagini.
Le Sezioni Unite, nel dirimere il contrasto interpretativo, hanno confermato la necessità che il provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca indichi la motivazione, seppur concisa, del periculum in mora
iter argomentativo fondante l’atto di spossessamento. In particolare, sempre ad avviso di questa tesi, la natura discrezionale del potere esercitato in caso di sequestro di beni, suscettibili di confisca facoltativa[4], impone al giudice cautelare di esplicitare le ragioni insite nell’apprensione anticipata della res
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Caratteristica comune ai tre tipi di sequestro è quella di creare un vincolo di indisponibilità di una cosa cell o immobile, attraverso uno spossessamento coattivo; mentre differiscono quanto alle finalità.
Il giudice competente a disporre il sequestro con decreto motivato è il giudice del merito se l’azione penale è già stata esercitata. Se invece deve ancora essere esercitata il giudice competente è quello per le indagini preliminari.
Il sequestro conservativo può essere richiesto sia dal pubblico ministero che dalla parte civile interessata al risarcimento del danno; a disporlo è il giudice con ordinanza, avverso la quale è possibile ricorrere al tribunale in sede di riesame [2].